Torniamo a occuparci di
Transformers: Rescue Bots, con i resoconti mancanti. Gli
aggiornamenti non saranno serrati come quelli che hanno accompagnato
il “recupero” delle puntate di Transformers: Prime, ma cercheremo
comunque di mantenerli costanti.
Seguendo il lavoro svolto
qualche settimana fa, proseguiamo e completiamo il recupero delle
prime due puntate iniziali, trasmesse prima dell'apertura del blog,
ma che comunque vogliamo schedare per avere infine a disposizione
tutta la Stagione 1.
La seconda puntata, Under Pressure, è stata trasmessa in anteprima da The Hub il 17 dicembre 2011, per poi essere replicata il 18 febbraio nell'ambito della programmazione regolare dell'intera stagione. Da notare che in tutti e due i casi, la puntata è stata proposta insieme alla prima. Di seguito la trama e il commento:
I Rescue Bots e i loro partner umani cercano di fermare un robo-landscaper, una macchina pensata per “ridisegnare” i paesaggi, andata fuori controllo. Chase e il Capo Burns riescono nell'impresa, mentre i compagni arrivano in ritardo a causa delle continue incomprensioni che dividono i robot dai loro partner umani. I Rescue Bots si lamentano della cosa con Optimus Prime, che però li invita a proseguire nella missione. Cody, dal canto suo, cerca di convincere i fratelli a collaborare, ma senza risultato: Kade non riesce a considerare Heatwave più di una macchina ed è mosso da una forte rivalità nei suoi confronti; Graham soffre di un complesso di inferiorità verso la tecnologia cybertroniana e non riesce perciò a legare con Boulder; Dani invece rimprovera a Blades la sua paura delle altezze.
Cody cerca di creare un
clima di collaborazione fra umani e robot raccogliendoli tutti nel
bunker sotterraneo, ma senza fare grossi passi in avanti.
Un'emergenza però richiama tutti sul campo: dai tombini di Griffin
Rock, infatti, sta uscendo della lava. I Burns e i Rescue Bots
cercano di fermarla, senza mettere da parte le incomprensioni
reciproche. Dalla postazione di comando da cui coordina le
operazioni, invece, Cody contatta Doc Greene per chiedere la
provenienza della lava. Scopre così che Griffin Rock ha un vulcano
artificiale, il Monte Magna, costruito per la Fiera Mondiale
del 1939 e collegato direttamente agli strati sotterranei della Terra
(ragion per cui contiene vero magma). Il cono è chiuso, ma la lava
si sta facendo comunque strada all'esterno e l'unico modo per fermala
è riducendo la pressione. Per far ciò bisogna attivare il comando
che si trova in cima: il Capo Burns chiede ai suoi figli di collaborare
con i Rescue Bots, che sono disposti a rischiare la loro vita pur di
salvare la Terra, che ormai considerano – nel bene e nel male –
la loro nuova casa. Ancora una volta Cody segue le operazioni dalla
base e offre consigli ai fratelli per migliorare la collaborazione
con i robot. Alla fine il piano riesce, la cima del vulcano viene
aperta e l'unico a rimediare un po' di svantaggio è Blades, il cui
rotore tossisce per la troppa cenere.
Un imprevisto però
arriva a scompaginare le carte: la lava si sta spostando nel tunnel
che porta al bunker di casa Burns! E Cody è sul posto, dopo aver
abbandonato la sua postazione! Così, Kade e Heatwave cercano di
intercettare il fiume di lava attraverso un tunnel che interseca il
percorso e usano l'acqua per fermarlo. Il liquido a loro
disposizione, però, è troppo poco e i due rischiano di restare
intrappolati. Per fortuna, con un grosso atto di coraggio, Blades
supera le sue paure e il rischio di danni provocati dalla cenere e
scarica sulla lava un'intera cisterna d'acqua, salvando la
situazione. La collaborazione fra umani e Rescue Bots ha dimostrato
di funzionare al meglio.
Infine, nella ritrovata
normalità, Cody mostra ai fratelli una modifica al bunker
sotterraneo, che ora presenta un bel simbolo Autobot: quella,
dopotutto, è ora la nuova casa dei Rescue Bots.
La seconda puntata vede
tornare in azione il team che già aveva realizzato la prima, ovvero
la sceneggiatrice Nicole Dubuc e il regista Nathan Chew: in effetti
la storia è una sorta di appendice di quella raccontata in Family of Heroes, perché sviluppa la rivelazione finale circa la vera natura
dei Rescue Bots ai loro partner umani e completa in questo modo il
dittico, determinando il setting della serie. Dalla terza puntata ci
sarà invece l'avvio vero e proprio dell'avventura.
Quindi l'intera vicenda
diventa soltanto un pretesto per un “pedagogico” racconto sul
tema dell'unione che fa la forza, concentrandosi sui singoli legami
fra i Burns e i robot. L'aspetto più interessante è quel
rispecchiamento umani/cybertroniani che a volte abbiamo riscontrato
anche in Transformers: Prime (e infatti Optimus Prime spiega ai
Rescue Bots che, per la sua esperienza, è più facile fare amicizia
con i terrestri più giovani, un ovvio riferimento a Jack, Miko e
Raf). In particolare Kade e Heatwave sono davvero molto simili nella
loro tendenza a far da sé e ad adottare un carattere scontroso:
ragion per cui colpisce particolarmente la scena finale in cui
proprio Kade corre ad abbracciare Cody dopo aver rischiato di
perderlo. Come sempre c'è più di quel che appare a prima vista.
In altri casi, invece, un
approccio pure apparentemente simile porta a risultati diversi: il
tecnologico Graham, infatti, dovrebbe essere un partner perfetto per
Boulder, eppure i due non riescono a legare. Più coerente il fatto
che la spericolata Dani e il timido Blades abbiano invece dei
problemi. La morale è naturalmente semplice: non importa quanto
grande sia la distanza da colmare, alla fine ci si può riuscire.
Certo, è abbastanza
curioso il fatto che per arrivare a questo si metta in scena una
situazione così improbabile come una crisi generata da un vulcano
artificiale (!) con vera lava (!!). Dopo i Dinobot della prima
puntata, quindi, sembra che la serie non persegua tanto un'idea di
realismo (d'altronde, con i robot alieni non è costretta a farlo),
aprendo spazi alla fantasia.
Da notare due
particolari: il primo è che la Fiera Mondiale del 1939 si è
tenuta davvero, ma a New York; la seconda è che i Rescue Bots, così come i
“colleghi” di Transformers: Prime possono trasformarsi con gli
umani al loro interno (contraddicendo quella che era sempre sembrata
una cosa impossibile).
Questa puntata è la
prima a mostrare la sigla del cartoon: il testo è di Nicole Dubuc,
mentre le musiche sono degli autori della colonna sonora Starr Parodi
& Jeff Eden Fair. Canta Josh Ramsay.
Precedenti resoconti:
Puntata 1 - Family of Heroes
Puntata 1 - Family of Heroes
Fonti: La luna di
Cybertron
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