giovedì 28 marzo 2013

TF Rescue Bots: resoconto puntata 12

Prosegue il viaggio nella serie Transformers: Rescue Bots e nella continuity della saga. Stavolta vediamo la puntata 12, con cui si arriva a un importante punto di svolta della storia.

Il titolo è The Other Doctor (L'altro dottore), e la trasmissione su The Hub risale al 19 maggio 2012.

Come sempre continuate a leggere per la trama e il commento:


Il Capo Burns sta schiacciando un pisolino nell'abitacolo di Chase, mentre il robot controlla il traffico. Quando un'auto supera il limite di velocità, l'uomo suggerisce al Bot di soprassedere: far rispettare la legge a volte richiede anche comprensione. L'arrivo di un enorme rullo compressore che rischia di provocare molti danni, invece, non può essere trascurato e così il Capo chiama anche gli altri familiari a supporto.
La lotta contro il mezzo impazzito finisce nella villa del sindaco Lusky: a fermare la belva meccanica, però, non sono i Rescue Bots, ma MorBot, creato dal Dottor Morocco, uno scienziato che la gente del luogo già conosce. In passato, infatti, ai suoi servigi erano stati preferiti quelli di Doc Greene e ora che quest'ultimo è stato licenziato, Morocco vuole riscattarsi. MorBot è un robot di soccorso che non ha bisogno di supporto umano. Il sindaco Lusky, favorevolmente impressionato dal salvataggio della sua villa è bendisposto a sostituire l'intera squadra dei Burns con il nuovo MorBot, e alla fine – di concerto con gli altri membri del consiglio comunale – decide di indire una sfida. Quando si presenteranno i prossimi pericoli, chi farà meglio fra MorBot e i Rescue Bots otterrà (o manterrà) il posto.
In attesa del momento, i Burns discutono il da farsi e i Rescue Bots valutano con preoccupazione l'ipotesi di essere rimpiazzati. Cody cerca di consolare Boulder mostrandogli un libro sulla figura leggendaria di John Henry, l'operaio che riuscì con i suoi sforzi a superare le macchine! Chi non se la passa bene è anche Doc Greene, che si è dato alla costruzione di casette per uccelli, ma senza ottenere grandi soddisfazioni.
Così, quando un incendio (doloso, vediamo infatti una fiala con il simbolo già comparso nelle precedenti puntate e che ora capiamo essere associato a Morocco) colpisce la zona del porto, i Rescue Bots entrano in azione. Le casse incendiate, però, contengono materiale esplosivo, fatto che rende l'operazione delicata. MorBot fa quindi la sua comparsa ed estingue il fuoco provocando un'onda anomala dal mare! Anche se l'effetto è giusto, l'azione compie parecchi danni, ma Huxley Prescott presenta truffaldinamente alla tv l'atto di MorBot come un successo!
Il secondo round avviene quando Morocco inserisce alcuni nano-bot in un razzo giocattolo, che quindi provoca il panico in città. I Rescue Bots ce la mettono tutta per fermare il giocattolo impazzito, ma anche stavolta MorBot ha la meglio.
Infine tocca allo stesso Doc Greene finire nel meccanismo: la sua auto a energia solare, infatti, è stata “infettata” a sua insaputa dai nano-bot e ora corre impazzita per le vie della città. I Rescue Bots cercano di fermarla senza danneggiare Doc e Frankie che si trovano nell'abitacolo e riescono infine nell'impresa. Heathwave stacca anche la batteria dal telaio, ma i nano-bot riprendono velocemente possesso del motore e proseguono la cosa senza nessuno a bordo. L'auto rischia quindi di schiantarsi addosso al sindaco Lusky, ma MorBot interviene appena in tempo.
Di fronte a questo ennesimo successo, che viene nuovamente amplificato da Prescott e dal suo programma sensazionalistico, Lusky decide di affidare a Morocco il compito di primo scienziato di Griffin Rock. I Burns vengono quindi sollevati dal loro incarico!
Per i Rescue Bots non è una buona notizia e Heatwave suggerisce anche che la squadra debba essere assegnata a un nuovo incarico, abbandonando quindi l'isola. Boulder dal canto suo ha finito di leggere il libro su John Henry, ma solo per scoprire che l'uomo è infine morto per il troppo sforzo. Lo scenario, insomma, è fosco, quando Cody riceve una telefonata da Frankie: suo padre ha infatti analizzato i resti dell'auto e ha scoperto la presenza dei nano-bot...


Sebbene queste puntate siano caratterizzate da una fitta continuity, è interessante notare come siano affidate di volta in volta a degli esordienti: stavolta infatti la sceneggiatura porta la firma del duo Ken Pontac & Warren Graff, alla loro prima esperienza nella serie (a dirigere c'è invece sempre Nathan Chew).
Diversamente da quanto accaduto con la puntata 11, stavolta l'alternanza fra le dinamiche di più ampio respiro e le tematiche fisse della serie è più riuscita, e la puntata appare avvincente ed equilibrata. Così, abbiamo da un lato un crescendo d'azione garantita dalla rivalità fra robot (che peraltro immergono lo spettatore in uno scenario decisamente più consono al tema dei Transformers, visto che anche MorBot possiede un altmode); dall'altro, l'intera storia mette alla prova il concetto di interazione umano/macchina che la serie usa a fini pedagogici, per insegnare ai giovanissimi seguaci il valore della cooperazione. Non a caso la scena iniziale vede il Capo Burns spiegare a Chase il valore della comprensione, in luogo di un forzato rispetto delle regole a ogni costo: si tratta, insomma, di trovare un punto d'incontro fra la rigidità del protocollo e le regole di convivenza civile che rendono complessa una comunità.
Così, non solo i Rescue Bots devono vedersela con le trappole di Morocco, ma a volte falliscono anche perché non riescono a coordinarsi fra loro e con i rispettivi partner umani. L'inserimento del “supercattivo” di turno, quindi, scuote alle fondamenta l'equilibrio fin qui raggiunto dai personaggi, rendendo il tutto molto più interessante. La figura di John Henry (realmente parte del folklore americano) porta il tutto su un livello più universale.
Nota a margine: la figura di Morocco (doppiato dal grande Tim Curry) arriva anche a sparigliare le carte in un quadro sinora troppo "buonista", dove la figura dello scienziato pazzo era stemperata nel comportamento bonario e sopra le righe di Doc Greene. La differenza si nota anche nell'aspetto esteriore, ricalcato su icone horror come Vincent Price. Che poi è un'altra prova del citazionismo sempre caro alla serie.

Precedenti resoconti:

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