La decima puntata di
Transformers: Rescue Bots è stata trasmessa dall'emittente americana
The Hub il 5 maggio 2012.
Il titolo è Deep
Trouble, adattabile come “Grossi guai”, ma – come spesso
accade con i titoli delle serie dedicate ai Transformers – c'è un
gioco di parole che chiama in causa il tema della puntata. La storia,
infatti, si svolge in mare (“Deep”, letteralmente “Profondità”,
è un concetto che notoriamente ha a che fare con l'oceano).
Di seguito la trama e il
commento:
Il sindaco Lusky si trova
in barca con sua moglie, quando rischia di schiantarsi sugli scogli.
Pertanto telefona allarmato a Doc Greene, lamentandosi del fatto
che il faro non funziona. Ma in realtà lo scienziato ha risposto a
una precisa direttiva di risparmio energetico diramata proprio dal
sindaco e per questo ha reso la luce attivabile solo quando le barche
si avvicinano alla costa, grazie a una complessa rete di sensori
elettromagnetici. E' evidente che c'è un malfunzionamento sul quale
bisognerà indagare. Intanto a salvare il sindaco ci pensano Dani e
Blades.
Il giorno dopo, il Capo
Burns riunisce la famiglia per l'annuale pesca: Kade, Grahm e Dani
però stavolta non sono interessati a partecipare e, così, il Capo
porta con sé Cody e i Rescue Bots. I Bot si ritrovano in questo modo
a conoscere un nuovo aspetto della vita umana: lo sport marino e il
rapporto con l'acqua salata.
Mentre si reca in mare
aperto, il gruppo passa anche vicino al laboratorio di Doc Greene, che
mostra loro uno dei sensori completamente distrutto. Nella stessa
circostanza, lo scienziato regala a Cody anche una canna che pure
sfrutta l'elettromagnetismo per individuare i pesci e rendere la
pesca più proficua.
Così, la giornata di
relax può iniziare, con i Bots che pure provano le gioie della
pesca, sport che però Heatwave trova inutile e noioso. Dopo aver
perso la sua canna da pesca, il robot usa quella di Doc Greene e in
questo modo attira un enorme squalo meccanico. Si tratta di un
sottomarino, e anche del responsabile della distruzione dei sensori
di Doc Greene. I Rescue Bot tentano di fermarlo, ma non possono
muoversi liberamente nell'acqua, dove affondano soltanto. Così il
Capo Burns torna al laboratorio di Doc Greene per decidere il da
farsi. Si decide di usare uno dei sensori dello scienziato per
attirare lo squalo fra gli scogli, in modo da bloccarlo.
Nel frattempo la creatura
meccanica si è fatta notare pure in città, rovinando la
competizione di Miss Griffin Rock!
Il piano ha quindi
inizio, ma lo squalo, sebbene attirato dal sensore usato dai Burns,
preferisce ben presto accanirsi contro la nave del capitano Arthur Shaw,
che pure sfrutta l'elettromagnetismo. I Rescue Bots sono costretti a
entrare in azione e a lanciare un attacco sottomarino. Su ordine di
Heatwave, usano la modalità veicolo per “guidare” sul fondo
marino e poi si lanciano sullo squalo usando un relitto come rampa di
lancio! Per il mostro meccanico la sconfitta è inevitabile.
Infine il Capo Burns apre lo
squalo per scoprire chi si cela al suo interno, ma la macchina
innesca l'autodistruzione: Blades, coraggiosamente, lo porta al largo
per poi lasciarlo esplodere (rischiando anche di essere coinvolto
nella deflagrazione).
Alla fine anche Kade,
Dani e Graham, pentiti, raggiungono i familiari per la pesca e
scoprono così l'incredibile avventura. Il solo Cody si chiede chi
possa aver costruito il mostro e nota fra i suoi rottami lo stesso
simbolo dei nano-bot...
Arrivata all'importante
traguardo della decima puntata, la serie rischia di incorrere in una
certa ripetitività, complice la struttura troppo semplice incentrata
su un problema che i Rescue Bots sono chiamati di volta in volta a
risolvere. Per fortuna gli sceneggiatori sembrano essersene accorti e
quindi Deep Trouble segna un deciso passo in avanti: intanto viene
confermata una delle carte predilette dalla serie, ovvero il
citazionismo. Tutta la storia è infatti costruita attraverso
continui rimandi alle storie “marine”, come Moby Dick o 20.000
leghe sotto i mari o, ancora, i film di pirati. Su tutte domina l'omaggio al
capolavoro Lo squalo, di Steven Spielberg, del quale la puntata è
quasi un celato remake (lo stesso capitano Shaw ammicca nel cognome all'attore Rober Shaw, che nel film interpretava il pescatore Quint).
L'altro elemento
significativo è l'introduzione di un nuovo antagonista meccanico di
grosse dimensioni (dopo i dinobot della prima puntata), che sembra ricordarci come questa sia una serie di robot,
tanto che l'azione la fa da padrona e abbiamo persino una colossale
esplosione nel finale! La scena peraltro anticipa di poco il finale
de Il cavaliere oscuro: il ritorno... che Christopher Nolan o David
Goyer siano segretamente dei fans di Transformers: Rescue Bots?
Infine, non meno
importante, è l'evidente tentativo di costruire finalmente una
continuity interna alla saga, attraverso il rimando ai nano-bot ealla puntata 6. Si comprende insomma come la serie non si accontenti
più di vaghe minacce alla tranquillità cittadina, ma stia
elaborando sottotraccia un percorso in grado di garantire solidità
al progetto.
A scrivere stavolta c'è
l'esordiente Christopher J. Gentile (in quella che rimarrà l'unica
sua incursione nella serie, almeno per ciò che riguarda la prima
stagione), mentre l'esperto Nathan Chew si occupa della regia.
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