La trasmissione di
Rebellion, avvenuta puntualmente il 12 aprile su The Hub ha chiuso
l'arco narrativo iniziale di Transformers: Prime – Beast Hunters.
Come si ricorderà, per le prime tre puntate della stagione avevamo
fornito un resoconto complessivo, basandoci sull'anteprima di
Singapore, mentre stavolta abbiamo dovuto attendere la trasmissione
“in tempo reale”.
Nel frattempo tanti
pensieri ci avevano affollato la mente, complici il geniale finale
sospeso e il tono entusiasmante di un'avventura che non aveva mancato
anche di introdurre nuovi personaggi, primi fra tutti il gigantesco
Predacon (ancora non definito con il nome Predaking) e, fra gli
Autobot, il puntiglioso Ultra Magnus. Quest'ultimo segna peraltro
l'ingresso nel cast dei doppiatori originali di un altro nome
importante: a prestargli la voce c'è infatti l'attore cult Michael Ironside!
Veniamo quindi agli
eventi della puntata, iniziando dalla sinossi:
Gli Autobot pianificano
l'attacco a Darkmount: il loro numero è insufficiente a garantire la
distruzione della fortezza, ma si potrebbe contare sul supporto
dell'aeronautica americana. Il problema riguarda la schermatura posta
a difesa di Darkmount e i cannoni a fusione, che devono essere
smantellati prima di garantire all'Agente Fowler e alla sua squadra
una possibilità d'attacco. Così gli Autobot dovranno introdursi di
nascosto nella torre principale. Per prima cosa viene predisposta una
manovra diversiva: usando i loro cellulari e spostandosi grazie ai
Ponti Terrestri, Jack e Miko attirano allo scoperto le truppe dei
Vehicon. Gli Insecticon vengono invece spediti in una miniera di
Energon, che viene fatta credere essere sotto attacco. Starscream
coordina le operazione dalla base e cade perfettamente in trappola.
E' Soundwave invece a
notare che qualcosa non quadra e non tarda a scoprire che gli Autobot
sono nascosti nella Harbinger, da cui effettuano le loro manovre. Per
redimersi, Starscream ordina ai suoi Seeker (i Vehicon Argentei) di
sferrare un attacco risolutivo contro i nemici, ma prima che la
squadra possa partire, gli Autobot infiltrati rivelano la loro
presenza. Wheeljack e Bulkhead avanzano da un lato, mentre Arcee e
Bumblebee da un altro. Grazie alle armi fornite da Ultra Magnus (in
particolare la Frusta Energetica di Wheeljack), le difese vengono
sconfitte con facilità. Shockwave suggerisce quindi di lasciar fare
al suo Predacon, ma Ultra Magnus, a bordo della sua navetta, lo
attira allo scoperto finché un Ponte Terrestre, aperto precisamente
sulla traiettoria di volo, non scaglia il mostro fra i ghiacci polari,
a congelarsi senza scampo!
Nel frattempo,
Smokescreen esita di fronte alla proposta di Optimus di diventare il
nuovo Prime, perché non sente di essere pronto per un simile
compito, anche quando il Comandante gli spiega che il destino è
imposto dal volere della Matrice del Comando e che la chiamata, una
volta lanciata, non può essere respinta. Ben presto il momento del
passaggio arriva: Optimus entra nella Matrice dove può comunicare
direttamente con Alpha Trion, che lo invita a unirsi a lui nella
dimensione dell'Allspark. Il Comandante Autobot, però, esita, seppur
consapevole di dover adempiere al destino imposto dal suo ruolo.
Quindi Ultra Magnus
raggiunge la sala di comando dei cannoni a fusione di Darkmount con
il proposito di smantellarli: nello stesso momento, l'Agente Fowler
attende il via libera per scatenare l'attacco finale. Ma Megatron fa
la sua comparsa e sconfigge facilmente l'ufficiale Autobot. Shockwave
invece tiene testa contemporaneamente a Wheeljack e Bulkhead, e anche
Arcee e Bumblebee vengono infine catturati dalle truppe, in numero
decisamente troppo grande per loro.
Smokescreen assiste
dall'esterno al destino di Optimus: gli occhi del Comandante si
spengono e il petto si apre per permettere il passaggio della Matrice
del Comando. Ma Smokescreen fa un'altra scelta e pone la Forgia di
Solus Prime nella mano di Optimus, scatenando una miracolosa
reazione!
Così, quando tutto
sembra perduto e Megatron si prepara ad attaccare le città vicine
con i suoi cannoni, Optimus Prime, perfettamente rigenerato e con un
nuovo aspetto, più forte e “robusto”, fa la sua comparsa,
colpendo Megatron e salvando i suoi soldati. Quindi si reca a
distruggere i cannoni a fusione: Megatron cerca di fermarlo, ma
Optimus Prime finisce per scagliarlo direttamente all'interno del
reattore principale, disabilitando in questo modo le postazioni
offensive! La via è libera per l'Agente Fowler, che può così
abbattere Darkmount con i missili della sua pattuglia volante! Ai
Decepticon non resta che la ritirata: Starscream ordina che Megatron
sia portato sulla Nemesis, mentre Shockwave si allontana sfruttando
un Ponte Terrestre aperto per lui da Soundwave.
Gli Autobot sono i
vincitori e sono di nuovo insieme: Fowler li ringrazia per aver
salvato il pianeta (anche se continuerà a non rivelare la loro
presenza al mondo), mentre Ultra Magnus riconsegna il comando a
Optimus Prime. Resta il dubbio di Smokescreen di avere agito nel modo
giusto: la Forgia di Solus Prime è infatti ormai senza energia e
questo renderà impossibile ricostruire il Blocco Omega e salvare
Cybertron. Ma Ratchet stavolta non ha dubbi: aver scelto la salvezza
di Optimus è stata la mossa giusta!
Qualcuno una volta disse,
intelligentemente, che quello dei Transformers è un racconto di
scelte: perché si sceglie se essere un Autobot o un Decepticon. Un
aspetto che già nella miniserie inaugurale della prima stagione era
ribadito dallo stesso Optimus Prime (“Ho già scelto da che parte
stare!” rivolto a Megatron che gli rinfacciava di essere un
potenziale ottimo Decepticon) e che stavolta trova la sua piena
attuazione. La scelta di Smokescreen e, in parte, anche l'esitazione
di Optimus a compiere il destino imposto dalla Matrice rompe infatti
il meccanismo di sudditanza al dovere che serpeggiava in tutta la
serie per far trionfare la volontà dei singoli, la loro – non
sembri esagerata o fuori luogo come espressione - “umanità”. La
mossa ha anche un valore narrativo non da poco in una serie pensata
come compendio di tutta la mitologia preesistente: lo spettatore
infatti aspettava lo scambio di consegne fra Optimus e Smokescreen,
sia perché largamente anticipato dagli eventi, sia perché ogni
iterazione del brand vede lo storico Comandante passare attraverso
almeno la morte, che stavolta viene fortunatamente
negata. La lezione della Stagione 2 e del suo rocambolesco finale con
la perenne messa in discussione degli equilibri raggiunge così il
suo culmine nel modo più giusto.
Accanto ai risvolti della
storia (scritta da Steven Melching e diretta da Scooter Tidwell) va
rimarcato anche l'eccellente lavoro di animazione, che ci regala non
solo la puntata più spettacolare della serie, ma anche una qualità
dei dettagli di primo livello, a iniziare dall'espressione dei volti
degli umani e dall'impatto delle scene di massa, nonché da quelle
aeree. Già perché il “nuovo” Optimus Prime stavolta vola, come
la versione finale vista nella serie Animated o quella di Transformers 3, a dimostrazione di come le carte si spariglino, ma lo
sguardo alla tradizione resti sempre prioritario per una serie che
intende innovare nella continuità.
Da notare, infine, che il
nuovo aspetto di Optimus Prime (coerente con i nuovi toys e già intravisto in passato) era stato anticipato per bene qualche giorno prima rispetto alla trasmissione tv da questa
immagine, fornita dal sito Ben's World of Transformers:
Con questa eccellente puntata si conclude dunque l'arco narrativo inaugurale. La programmazione di Transformers: Prime – Beast Hunters si prende ora un periodo non meglio precisato di pausa. Continuate a seguirci per scoprire quando saranno proposte le prossime puntate!
Fonti: La luna di
Cybertron, Ben's World of Transformers
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