Riprendiamo gli
aggiornamenti relativi a Transformers: Prime con un doppio
resoconto, reso possibile dal fatto che la puntata 8 (trasmessa il 7
aprile e di cui abbiamo fornito più anticipazioni) è stata seguita
da una nona che si è rivelata inaspettatamente essere un recap,
ovvero un riassunto degli eventi fin qui portati avanti dalla storia:
una scelta che rende praticamente inutile un resoconto dettagliato
della trama.
Procediamo quindi
linearmente con la puntata 8.
L'Agente Fowler viene
attaccato di notte da un camion che presenta il simbolo degli Autobot
e dunque sembra proprio Optimus Prime nella sua modalità veicolare.
Fowler contatta perciò la base dei robot e riceve conferma che Optimus è effettivamente
in giro per ricognizioni. In soccorso dell'uomo intervengono quindi Arcee,
Bulkhead e Bumblebee. Quest'ultimo afferra l'auto di Fowler prima che
il misterioso camion nemico la faccia volare giù da un ponte, ma la
presa non si rivela solida. Per fortuna ci pensa Bulkhead a lanciarsi
nel vuoto, per poi afferrare il veicolo prima che si sfracelli al
suolo. Arcee invece insegue “Optimus” e viene messa fuori
combattimento.
Di nuovo alla base:
gli Autobot sono increduli di fronte alla possibilità che Optimus
Prime possa essersi votato al Male e lo affrontano ad armi spiegate
quando il nostro fa effettivamente ritorno alla base. Optimus però
prova ai compagni di essere stato in un deposito di Energon.
A fornire la prova che
quello che ha attaccato Fowler e gli Autobot è un impostore è il
fatto che il camion si presenta presso una base militare, dove
dimostra di essere un clone perfetto del comandante Autobot: può
infatti anche trasformarsi e in questo modo mette a ferro e fuoco la
base. Fowler viene informato dei fatti telefonicamente mentre si
trova con gli Autobot, che così possono correre sul luogo della
battaglia. L'arrivo del vero Optimus Prime mette in fuga l'impostore.
I militari però non distinguono fra buoni e cattivi e attaccano gli
Autobot intervenuti in loro difesa, ragion per cui Optimus (quello
vero) ordina la ritirata.
Alla base si dicute
dunque il da farsi e Ratchet e Optimus non tardano a giungere alla
conclusione più logica: l'impostore (cui Miko affibbia il nome di
Nemesis Prime) è stato realizzato dalla MECH, utilizzando gli studi
compiuti sul corpo di Breakdown e l'ingranaggio di trasformazione di
Starscream.
Nello stesso momento,
come a confermare le parole di Optimus, Nemesis Prime fa ritorno alla
base della MECH e da Silas, che lo pilota a distanza. Poiché la MECH
non possiede la tecnologia necessaria a realizzare un Ponte
Terrestre, gli Autobot deducono che Nemesis debba trovarsi in un
luogo vicino alle sue recenti apparizioni. Una breve ricerca conduce
dunque gli Autobot alla base dei nemici. Qui Bumblebee, Bulkhead e
Arcee vengono presto messi fuori combattimento da Nemesis Prime. Ad
affrontare l'impostore è dunque Optimus Prime in un combattimento
risolutivo.
Intanto Ratchet,
consapevole del fatto che Nemesis Prime è comandato a distanza,
riesce a triangolare il segnale risalendo alla postazione da cui
Silas lo sta manovrando. Sebbene Optimus avesse ordinato agli umani
di restare fuori dallo scontro, Fowler si precipita ad affrontare il
capo della MECH in combattimento. Alla fine lo scontro fra Optimus e
Nemesis Prime si conclude con il primo che fa precipitare il secondo
direttamente sulla console di comando, seppellendo lo stesso Silas!
Alla base gli Autobot
vengono però informati da Fowler che il corpo di Silas non è stato
trovato. I suoi uomini lo hanno infatti portato al sicuro e, di
fronte ai danni molto seri patiti, ora progettano un nuovo piano:
useranno il corpo di Breakdown [che avevano ottenuto in Crossfire] per
salvare il loro capo.
La puntata è scritta da
David McDermott, già responsabile della sesta, Loose
Cannons, e – come preventivato – porta in scena la versione
“cattiva” di Optimus. L'aspetto più interessante
deriva dalla regia di Todd Waterman, che immerge sempre
Nemesis Prime in situazioni di penombra o luce soffusa da crepuscolo,
in modo da rendere la sua verniciatura più scura e richiamare così
lo Scourge visto in Transformers: Armada o, comunque, la
tinteggiatura nera da sempre caratteristica del personaggio di
Nemesis nella mitologia dei Transformers. Non mancano delle piacevoli
citazioni: l'aspetto generalmente più “usurato” di Nemesis,
unito alla scena iniziale, rimandano infatti al classico Duel
(1972) di Steven Spielberg, un piccolo omaggio al produttore
esecutivo dei film Live Action. Al primo Transformers del 2007 (che vedeva sempre Spielberg produttore esecutivo) rimanda anche
l'assalto di Nemesis Prime alla base militare, ricalcato in modo
abbastanza su quello alla stazione americana in
Qatar che apriva il film.
Il combattimento fra i
due Prime viene comunque superato in interesse da quello fra i due
umani, Fowler e Silas, una vera novità per la serie. Bello anche il
colpo di scena finale che, pur offrendo una conclusione, lascia la
porta aperta a ulteriori sviluppi della storia.
Va infine notata una
piccola incongruenza quando Silas viene contattato telefonicamente
nella base Autobot, che però dovrebbe essere schermata, come
sappiamo già dalla prima serie, dove i ragazzi non potevano usare i
loro telefoni e lo stesso Fowler doveva arrangiarsi con un vecchio
apparecchio fisso.
Brevemente, come
preannunciato, vediamo anche la puntata successiva, Grill,
trasmessa ieri, 14 aprile:
Fowler si reca a rapporto dal suo superiore, il Generale Bryce, che vuole ottenere spiegazioni su quanto è accaduto e sul comportamento di Optimus Prime dopo i recenti fatti. Rivediamo così i momenti salienti delle passate avventure fra Autobot e Decepticon e fra robot e MECH: dalle ricerche di Fowler emerge che il vero nome di Silas è Leland Bishop, che in passato era un colonnello dell'esercito americano. Apprendiamo inoltre che Ratchet ha modificato l'aereo dello stesso Fowler, ecco perché non ha bisogno della tuta per volare. Nel finale compare Optimus Prime, che scambia qualche battuta con Bryce, il quale infine lascia andare Fowler, lasciando intendere che l'incidente si risolve positivamente e che la collaborazione fra i robot e le forze armate può continuare.
Fowler si reca a rapporto dal suo superiore, il Generale Bryce, che vuole ottenere spiegazioni su quanto è accaduto e sul comportamento di Optimus Prime dopo i recenti fatti. Rivediamo così i momenti salienti delle passate avventure fra Autobot e Decepticon e fra robot e MECH: dalle ricerche di Fowler emerge che il vero nome di Silas è Leland Bishop, che in passato era un colonnello dell'esercito americano. Apprendiamo inoltre che Ratchet ha modificato l'aereo dello stesso Fowler, ecco perché non ha bisogno della tuta per volare. Nel finale compare Optimus Prime, che scambia qualche battuta con Bryce, il quale infine lascia andare Fowler, lasciando intendere che l'incidente si risolve positivamente e che la collaborazione fra i robot e le forze armate può continuare.
La puntata, scritta direttamente da Duane Capizzi, supervisore generale della serie, apporta dunque minime novità: lo spettatore assiste all'interrogatorio attraverso la videocamera di un soldato incaricato di registrare, una scelta che crea un contrappunto visivo fra la parte al presente e i flashback, che naturalmente riciclano le animazioni passate (la regia è dell'esordiente Kevin Altieri). Il vero nome di Silas è pronunciato per la prima volta nella serie, ma era già noto grazie alle scatole dei toys.
Passiamo dunque senza
indugio alla preview della puntata 10, Armada (QUI la
trama), prevista per sabato prossimo, 21 aprile:
Fonti: Luna di Cybertron
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